Storia

Origine

dal 1585 al 1880

L’Associazione trova le sue origini nel movimento di riforma cattolica che caratterizza il periodo di applicazione del Concilio di Trento. Il canonico lateranense Alessandro Marini raccolse a Roma i più noti polifonisti del tempo. E subito aderirono Ancina, Anerio, Animuccia, Antonelli, Giovanelli, Marenzio, Nanino, Palestrina, Suriano, ed altri insigni musicisti per dar vita ad una confraternita di musicisti e di cantori.
Nata nel 1584, ottenne l’approvazione da Papa Sisto V con la bolla “Rationi Congruit” l’1 maggio 1585. Un valido sostegno si ebbe nella persona del card. Carlo Borromeo, che si apprestava ad istituire i Seminari per la formazione dei futuri sacerdoti e a ridare dignità al culto divino.
Attorno al 1600, con la fioritura dei nuovi studi strumentali, si vide la necessità di suddividere la Congregazione stessa in due settori: uno per la musica sacra, l’altro per la musica in genere. Il primo mantenne il nome di Congregazione di Santa Cecilia e si occupò soltanto del problema della musica sacra in relazione alla liturgia, l’altro sotto il nome di Accademia Santa Cecilia, si occupò dell’insegnamento teorico e pratico dei vari strumenti, in particolare quelli a corda e a fiato.

Sviluppo

dal 1880 al 1963

Gli statuti dell’AISC del tempo confermano lo scopo dell’Associazione: “Promuovere e difendere la musica sacra o liturgica secondo lo spirito della Chiesa e l’esatta osservanza delle prescrizioni ecclesiastiche”.
I Ceciliani intrapresero la riforma musicale con convinzione e decisione: il primato del canto gregoriano, la diffusione della polifonia sacra, l’uso dell’organo.
Dal 1880 al 1897, organizzarono sei Congressi Nazionali di musica sacra, provvidenziali per disporre l’ambiente favorevole all’opera restauratrice di Pio X. Con la pubblicazione del motu proprio “Tra le sollecitudini” del 22 novembre 1903, l’AISC conobbe un rifiorire di attività e di entusiasmi, si diffuse in tutte le diocesi italiane e riuscì a realizzare tutti i voti programmati.
Nel novembre del 1905 uscì il primo numero dell’organo ufficiale dell’Associazione, il Bollettino Ceciliano; nel 1911, padre Angelo De Santi, succeduto dall’Amelli nella presidenza, fondò a Roma la Scuola Superiore di Canto Gregoriano e di Musica Sacra, divenuto in seguito il Pontificio Istituto Musica Sacra.
La vera ripresa fu segnata dal XIII Congresso Nazionale tenuto a Vicenza nel 1923 con un programma ricostruttivo della vita liturgica ben delineato ed accompagnato da un movimento di cultura liturgica.

Gli anni del Concilio Vaticano II

nuova ripresa dell’Associazione

Dal 1968 l’Associazione passò dalla Santa Sede alla diretta dipendenza della Conferenza Episcopale Italiana. L’Em.mo Cardinale Giuseppe Siri, primo Presidente della CEI, chiamò il Vescovo di Treviso, mons. Antonio Mistrorigo, già ben conosciuto nel settore liturgico, a presiedere e a rinvigorire l’Associazione dopo il Concilio Vaticano II. Accanto a mons. Mistrorigo, venne chiamato come Vice-Presidente, mons. Virgilio Noè, e a coordinare l’ufficio centrale come segretario generale, mons. Mario Vieri. Il Vescovo-Presidente Mistrorigo, fedele al suo programma di “amore e fedeltà alla Chiesa”, guidò l’ AISC nel non facile cammino di aggiornamento musicale. Riordinò l’organizzazione interna, la Segreteria ed il Consiglio Direttivo articolando in dieci segretariati l’attività musicale: Compositori, Seminari, Scholae Cantorum, Organisti, Organologia, Istituti Diocesani Musica Sacra, Religiosi, Religiose, Giovani, Comunicazioni Sociali. Inculcò anche gli ideali che animarono i primi ceciliani: studio e pratica del canto gregoriano come modello di preghiera cristiana, approfondimento delle ricerche paleografiche e semiologiche, preparazione liturgica e artistica degli operatori musicali, promozione delle scholae cantorum per l’esecuzione della polifonia classica e moderna, incremento della partecipazione dei fedeli alla liturgia con canti genuinamente e nobilmente popolari, riconoscimento dell’eccellenza artistica e liturgica dell’organo a canne.

Oggi l’AISC è più che mai viva e attuale:

– per le sue realizzazioni nel campo musicale, a livello nazionale, regionale e diocesano;

– per i Congressi nazionali e i Convegni a cura dei segretariati (su varie tematiche) dove cerca di formare la coscienza circa le caratteristiche della musica sacra e dibatte i problemi della musica stessa;
– per gli Istituti Diocesani di Musica Sacra dove si formano ogni anno circa 3.500 giovani musicisti, organisti ed animatori dell’assemblea e del canto;

– per la pubblicazione di nuove composizioni e raccolte di canti;

– per il favorire dei contatti con le altre associazioni musicali italiane ed estere;

– per i corsi estivi di formazione: Il canto della liturgia quotidiana a Lonigo;  Seminario per Direttori di coro Cantori Organisti a Roma; Giornate di Cultura Organaria ogni anno in una città diversa; Campus per giovani musicisti, Montecchio Maggiore; masterclass L’organo nella liturgia, Reggio Calabria.

– per la difesa e la promozione del bel canto liturgico;

– per il sostegno agli organisti e alle Scholae Cantorum;

– per la pubblicazione del Bollettino Ceciliano, organo ufficiale dell’Associazione che mensilmente offre articoli formativi, notizie, cronache ed inserti musicali quale l’allegato Cantet Vox Cantet Vita;

– per i corsi di aggiornamento nei tempi forti dell’Avvento e della Quaresima alle Religiose;

– per l’annuale Tre-Giorni di Formazione Liturgico Musicale ad Assisi.

Uniti nella stessa missione di apostolato e di fedeltà alla Chiesa, l’AISC chiede a tutti coloro che hanno a cuore le sorti della musica sacra la collaborazione e la simpatia per un cammino sempre più fecondo e più ecclesiale.